martedì 29 settembre 2015

recensione di carne, di miele

Titolo: Di carne, di miele

Autore: Giorgia Bianchin
Formato: Copertina flessibile:
·        Lunghezza stampa: 110 pagine
·        Editore: Sillabe di Sale (18 maggio 2015)
Prezzo: 14€



L’AUTORE:
Nata a Treviso nel 1984 comincia a scrivere componimenti poetici in giovane età. Ha pubblicato nel
2009 nell'antologia poetica di autori contemporanei “Navigando nelle parole”. Insegna a cucinare in modo salutare agli adulti e a crescere sorridenti ai piccoli. Al momento è ancora alla ricerca di cosa sarà da grande.

Sinossi:Sara. Lara. Due vite e due età diverse. Un ospedale psichiatrico e un viaggio a Barcellona. Due sogni, due realtà in tempi lontani tra loro. Il gusto del cioccolato, il profumo del miele e l'ossessione delle tre e ventitré. Sara tenta il suicidio per l'ennesima volta ritrovandosi in una clinica psichiatrica per la riabilitazione, la sua terapia dovrebbe durare solo un mese. Quel mese però si trasforma in anni. Un amore tormentato con Vittorio, un ragazzo gentile e stravagante che colpisce subito Sara e la sua voglia di normalità. Un amore però che non può essere vissuto all'interno di una struttura dalle regole rigide. Non si può fuggire dal quella villa dal parco infinito. Invalicabile il muro di cinta fino al giorno in cui Sara scopre di essere incinta. Quella barriera allora si trasforma in un piccolo gradino verso la libertà. Preparano la fuga lei e Vittorio da quell'ospedale psichiatrico dove sai quando entri, ma non si sa come e quando ne uscirai. Nonostante sembri andare tutto liscio Sara e Vittorio si ritrovano di nuovo chiusi tra quelle pareti verdi. Quel colore ripetuto ossessivamente in ogni stanza che oramai non mette più tranquillità. Lara è giovane e la sua mente vola veloce. Ama fotografare e mangiare cioccolato. Ha un sogno Lara, aprire un negozio di cioccolatini. L'esame di maturità le concede un viaggio a Barcellona con la sorella gemella. Un amore grande quello tra due sorelle dal carattere opposto. Contro ogni previsione e volontà di due genitori che vedono per le loro figlie un futuro tra università e posti di lavoro fissi, Lara non tornerà da quel viaggio. Ospitata da amici di famiglia troverà la sua strada tra il calore e la bellezza di Barcellona. Federico resterà al suo fianco fino al giorno dell'apertura del tanto desiderato negozio. Una piccola bottega di bottoni che verrà trasformata in un atelier dal profumo dolce e colorato del cioccolato. Una vita perfetta e un finale degno della più bella storia d'amore. Questa però non è la vera storia di Lara. La verità su cosa sia quel viaggio e su cosa veramente succede in quell'ospedale psichiatrico esce dalla bocca di Sara. Un ritorno folgorante alla obbiettiva e brutale realtà. Un macabro delitto dove le due protagoniste si incontrano, si annusano, si stringono, si respirano per l'ultima volta. Una fossa dove il profumo del miele rimane l'unico ricordo intatto. Un crimine che viene letto sui giornali di mezzo mondo e dimenticato in fretta da ogni mente. Anche in quella di Sara.


RECENSIONE:
Questa è la storia di due ragazze, due vite diverse, due amori che si assomigliano nel loro nascere, per quanto diversi: primi sguardi, primi palpiti di cuore.
Devo dire la verità, per le prime 50 pagine ho preferito di gran lunga la storia di Sara a quella di Lara: scorrevo veloce le frasi per poter arrivare al capitolo successivo, quello che narrava la sua storia, poi pian piano entrambe le vicende mi hanno afferrato e trascinato curiosa verso il finale.
Due storie parallele dunque, ma è davvero quel che sembra? A metà lettura mi sono iniziati a venire dei dubbi, sempre più insistenti verso la fine. Una storia dolce e amara, tenera e dura al contempo.
Pian piano sono arrivata alla consapevolezza che nulla era quel che sembrava: le due storie non erano solo parallele, s’intrecciavano in modo indissolubile portando a galla un’altra realtà.
L’autrice è stata davvero brava a delineare la trama e pur amando i gialli e essendo abituata a scoprire i misteri celati dietro le vicende, non avevo capito tutto.
Ho divorato gli ultimi capitoli in un soffio e sono arrivata con le lacrime agli occhi al finale, che mi ha colpito come un pugno in viso.
A tal proposito avrei forse voluto un po’ più pagine dedicate al finale. Sono stata scaraventata nella dura realtà e sono rimasta a fissare il muro, cercando di convincermi che davvero non c’erano altre pagine, non c’era un epilogo: dovevo abbandonare questo libro e non ero pronta.

Altro piccolo appunto: in alcuni punti si corre troppo, le scene di sesso per esempio non sono descritte, non parlo di entrare o meno nel dettaglio, quello sta nello stile e nella tipologia del romanzo; qui sono quasi saltate a piè pari. Il lettore si sente catapultato dall’atmosfera sensuale e romantica alla scena successiva, così, in un batter d’ali e rimane un po’ male. Una volta arrivata alla fine posso anche aver capito il perché di tale scelta, ma lo stesso io avrei dedicato qualche riga in più a quei momenti.
Per quanto riguarda la forma e la struttura il testo è davvero ben scritto, la vicenda scorre veloce, in un linguaggio semplice e diretto.
Mi voglio soffermare un attimo sulla cover:dopo aver letto il libro ho consigliato all’autrice di cercare una copertina più adatta: secondo me quella attuale non rappresenta minimamente la storia narrata.

GIUDIZIO COMPLESSIVO:


Lettura piacevole, ma non mettetevi troppo comodi: non è il solito romanzo rosa in cui le vicende scorrono più o meno pacatamente, il colpo di scena è in agguato…
Consigliato.



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