mercoledì 21 gennaio 2015

un altro assaggio da Phoenix

Stavolta niente Clay o Leila, vediamo qualche personaggio secondario :-) 


«Maledizione Blue, che diavolo hai combinato? Dovevi proprio portarti dietro la nostra informatrice? È così difficile seguire il protocollo?» parlava da solo, come sempre quando era nervoso.
La porta si aprì, era la sua segretaria Betty Sinclair, era ancora lì nonostante l’ora proibitiva.
«Ehm, mi scusi signore» iniziò incerta, teneva un flacone di medicinali in mano.
«Dimmi pure Elisabeth» rispose il capo sospirando.
«La scheda che mi ha chiesto sulla collaboratrice.»
«Bene, puoi farmi un resoconto? Ho fretta.»
«Leila Lane originaria di Houston Texas, 32 anni, 1,76 cm di altezza…»
«Per favore Elisabeth, le cose rilevanti, cosa vuoi che mi interessi l’altezza!» La donna continuò con voce tremante:
«Ci aiuta solo da pochi mesi, è stata reclutata a Maggio dello scorso anno e finora non ha fornito nessuna informazione, questo è il suo primo contatto.»
«Magnifico» borbottò. «Veramente magnifico» poi vedendo che la donna non si congedava chiese: «C’è altro?»
«Non sono buone notizie signore, le ho portato un antiacido per lo stomaco, signore» disse mostrando il flacone.
«Per l’amor di dio Betty vuoi parlare?» non era la serata giusta per avere pazienza con l’estrema timidezza della sua dipendente e lo innervosiva più del solito sentire ripetere ‘signore’ ogni due o tre parole.
«Sì certo, mi scusi signore, vede, hanno ritrovato il furgone usato per la missione di questa sera: è stato coinvolto in un incidente con una berlina italiana, dalla targa risulta rubata, dentro c’era l’agente Wallace, morto signore. Nessuna traccia di Hobbs o di Nalvano e nessuna traccia degli occupanti dell’altra auto.»
Lawson batté forte il pugno sulla scrivania:
 «Dannazione!» le foto volarono depositandosi a terra, Betty fece un salto per lo spavento, pareva stesse per piangere.
Lawson se ne accorse e subito si dispiacque.

«Scusami Betty, grazie per il rapporto, puoi andare», Betty annuì raccogliendo le foto e poggiandole, insieme al flacone, sulla scrivania del capo prima di congedarsi silenziosamente.

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